Father Stephen Otto Horn, the Vatican Foundation's head on the thought and works of Pope Emeritus Benedict as elaborated by the various Institutes in the world dedicated to Ratzinger's thought, in an 20th December 2014 interview, made the following points regarding the thought and work of the Emeritus Pope Professor.
The first point is that the theologian is first of all a believer within the Church.
The second point is that God's revelation is God Himself, He reveals Himself personally (i.e. to the human subject); and that Subject to which He reveals Himself is the Church.
Quali sono i capisaldi della teologia di Ratzinger?
Noi abbiamo sempre avuto l’impressione che Ratzinger fosse un teologo dogmatico e un professore di Teologia fondamentale, ma allo stesso tempo un esegeta, che ha studiato e meditato molto la Parola di Dio, l’Antico e il Nuovo Testamento. Per noi è stato l’esempio di un teologo nella linea del Concilio Vaticano II, secondo cui la Sacra Scrittura è il fondamento e l’anima di tutta la teologia, anche alla luce dei primi Padri della Chiesa: il Verbo di Dio e la Chiesa si sono intrecciati nel suo pensiero. La teologia è fondata sulla Sacra Scrittura, ma anche la Sacra Scrittura è interpretata dal centro della fede della Chiesa. Non è una esegesi isolata dalla Chiesa, ma vive nella Chiesa e in essa è interpretata. Inoltre, secondo Ratzinger, i primi teologi sono i santi, che non studiano la parola di Dio, ma la assumono con tutto il loro cuore e la loro vita. Sono loro i primi esegeti e i teologi devono pertanto essere fondati sulla scienza dei santi. È una sua ferma convinzione. La teologia, dunque, dev’essere sempre in relazione con una vera spiritualità.
Ci sono dei pensatori che hanno influito nello sviluppo della teologia ratzingeriana?
Un altro grande pensiero (dopo Agostino) deriva da Bonaventura: la rivelazione non è solamente una somma di verità che sono tramandate nel tempo, ma è l’autorivelazione di Dio a noi, dunque una storia tra Dio e l’uomo. Dio parla con noi e noi riceviamo la rivelazione e questa finisce solamente nella fede: la rivelazione è nel cuore che si apre a Dio che si rivela all’uomo. Dunque è un dialogo, si può dire. Schmaus pensava che questo fosse soggettivismo: quando Dio si rivela all’uomo, ognuno lo recepisce nella sua maniera e ciò costituisce una grande difficoltà. Secondo Ratzinger, però, questa rivelazione non è rivolta solamente a una persona, ma al popolo di Dio, alla Chiesa, che è soggetto della rivelazione e quindi è escluso il soggettivismo.